FAQ

Domande Frequenti

Cosa sono i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione?

Il termine Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DA), indica tutte quelle sindromi caratterizzate da un rapporto problematico col cibo e da un eccessivo condizionamento sulla stima di sé esercitato da peso e forma corporei.

Quali sono i disturbi alimentari?

Anoressia e bulimia nervosa sono le manifestazioni più note, ma ci sono molti altri disturbi che rappresentano una grossa percentuale dei malati come il Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge-eating disorder), il Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo e altri Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione non specificati.

È possibile l’insorgenza in età adulta o addirittura in vecchiaia?

L’età tipica di insorgenza dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione è tra i 12 e i 25 anni ma in questi ultimi anni si sta realizzando un progressivo abbassamento dell’età di esordio, da un lato, e, dall’altro, un aumento dell’età in cui è possibile ammalarsi di questi disturbi.

Quali sono le statistiche riguardo la diffusione dei disturbi alimentari in Italia?

La percentuale di italiani che soffrono di disturbi alimentari è attualmente stimata intorno al 5%. Anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata colpiscono più di tre milioni e mezzo di persone, con 8.500 nuovi casi all’anno. Circa il 95,9% delle persone colpite dai disturbi alimentari sono donne, ma nonostante la maggiore diffusione nel sesso femminile attualmente sempre più uomini si ammalano di queste patologie.

È possibile l’insorgenza in età adulta o addirittura in vecchiaia?

L’età tipica di insorgenza dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione è tra i 12 e i 25 anni ma in questi ultimi anni si sta realizzando un progressivo abbassamento dell’età di esordio, da un lato, e, dall’altro, un aumento dell’età in cui è possibile ammalarsi di questi disturbi.

È vero che i disturbi alimentari sono più frequenti nelle donne?

Le femmine hanno maggiori probabilità dei maschi di sviluppare un disturbo alimentare. Secondo le stime ufficiali con una frequenza dalle 10 alle 20 volte maggiore che nel sesso maschile. Di fatto però i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione non sono più una patologia esclusivamente femminile: attualmente vi è un incremento della domanda di cura da parte dei maschi, ma si tratta di un fenomeno ancora sottostimato. L’esordio si riscontra più facilmente tra adolescenti o giovani adulti.

Perché i Disturbi dell’Alimentazione sono più frequenti nelle femmine?

Sono state fatte diverse ipotesi al riguardo, la maggior parte delle quali prende in considerazione aspetti psicologici e sociali. Gli Studi hanno dimostrato che nelle ragazze i cambiamenti legati alla pubertà, in particolare il fisiologico incremento di massa grassa, accentuano l’insoddisfazione corporea e possono determinare l’insorgenza di pattern alimentari restrittivi e talora l’esordio di veri e propri disturbi dell’alimentazione. Da un punto di vista sociale e culturale mai come in questo momento l’identità femminile è risultata vulnerabile, soprattutto nelle fasi di transizione verso l’età adulta, durante la quale i cambiamenti corporei impongono un’ulteriore impegno psicologico nella ridefinizione del sé.

Che ruolo ha la società nello sviluppo di un disturbo alimentare?

I mass media, complice l’industria della moda, propongono la magrezza del corpo femminile non solo come ideale estetico ma anche come sinonimo di forza, sicurezza e determinazione. Tale ideale non viene proposto come irraggiungibile, alimentando la convinzione che attraverso l’autodisciplina sia possibile dominare il corpo.

Quali sono i segnali d’esordio di un Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione?

Il confine tra quella che può essere considerata un’innocua attenzione per la DIETA e per le forme del corpo e l’inizio dell’insorgere di una malattia, non è sempre facile da stabilire. I primi due indizi che meritano attenzione sono la drasticità del cambiamento del regime dietetico, il modo repentino con cui questo viene messo in atto e la ferrea costanza con cui viene condotto. Possono inoltre destare attenzione le ripetute visite al bagno dopo pranzo e l’eccessivo consumo di cibi pronti, in particolare dolci. In questo contesto,  anche il presentarsi di un nuovo interesse per la cucina o un’attività fisica eccessiva possono rappresentare altri indizi importanti. Infine l’adesione a modelli alimentari non tradizionali quali diete vegetariane o vegane, regimi macrobiotici, può in realtà rappresentare una giustificazione per ridurre l’introito alimentare o evitare alcuni cibi temuti.

Ci sono anche segnali e segni fisici che possono essere indizi di un Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione?

Il calo di peso o il rallentamento dell’incremento delle curve di crescita staturo-ponderale nei bambini e nella prima adolescenza possono rappresentare il sintomo fisico più caratteristico. Anche un calo di peso molto rapido in una persona precedentemente in sovrappeso può essere un sintomo da prendere in considerazione. Una subentrante irregorlarità del ciclo mestruale fino ad una vera e propria scomparsa dello stesso (amenorrea nutrizionale) è senza dubbio un segno critico. Va inoltre considerato che se il disturbo insorge prima del menarca (primo ciclo mestruale) quest’ultimo può non presentarsi affatto. Lo stato di malnutrizione, il sottopeso e l’amenorrea concorrono nel produrre un danno osseo (ospeopenia ed oteoporosi), che, quando si verifica in adolescenza, può impedire il completamento del picco di massa ossea. L’amenorrea nutrizionale non deve essere trattata come un disturbo a se stante, ma all’interno del trattamento multidisciplinare per il Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione. Tale sintomo può essere un importante segnale di malattia e quindi essere “utilizzato” come motivazione alla cura. Vi sono molti studi che affermano che le terapie ormonali sostitutive non presentano vantaggi, nella prevenzione del danno osseo, rispetto al precoce recupero di un’alimentazione regolare e di un peso salutare.

Quando i si sospetta una Bulimia Nervosa può essere utile l’osservazione del volume delle ghiandole salivari che si trovano nell’area posteriore delle guance, davanti alle orecchie, un loro aumento di volume è caratteristico di questa patologia. Sempre nella Bulimia Nervosa lesioni agli angoli della bocca e sul dorso delle mani ed erosioni dello smalto dei denti possono fare sospettare il vomito autoindotto.

Quale relazione c’è fra l’obesità e i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione?

Il sovrappeso e l’obesità rappresentano un sintomo del Disturbo da Binge-Eating. Spesso, sia nell’adulto che nel giovane in età evolutiva, il sovrappeso viene visto come il problema principale, sottovalutando la possibilità che possa essere la manifestazione di un Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione vero e proprio.

D’altro canto la presenza di sovrappeso o obesità in infanzia e adolescenza rappresenta uno dei fattori più studiati fra gli antecedenti dei disturbi dell’alimentazione, in particolare per la Bulimia Nervosa e il Disturbo da Binge-Eating, ma anche, sia pure con minor frequenza, nell’Anoressia Nervosa. Altri fattori di rischio sono l’avvio di una dieta restrittiva per il trattamento dell’obesità, l’aver subito critiche e prese in giro sul peso sia dal mondo dei pari che dai familiari.

Come faccio a capire se mio/a figlio/a soffre di un Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione?

I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione producono alterazioni del comportamento, del modo di pensare, dello stato psicologico e dello stato di salute dell’individuo. Se si nota un peggioramento della qualità di vita della persona e un conseguente stato di maggior sofferenza, è importante rivolgersi ad uno specialista in grado di fare una diagnosi o escludere la presenza di malattia.

Come mi devo muovere se i campanelli di allarme mi fanno pensare di avere un Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione?

È necessario poterne parlare e non trattare il problema come un Tabù.

Per la persona malata questo risulta talvolta molto difficile, ma anche per un familiare può esserlo, nel caso in cui si accorga di una possibile presenza del problema.

Per la persona scegliere di parlarne con un componente della famiglia, un insegnante, un amico o una figura di riferimento può essere utile per sentirsi un po’alleggeriti e sostenuti nel problema. Fondamentale è anche un confronto con il medico di base di riferimento, che dovrebbe indicare alla persona come accedere a centri specializzati in queste patologie presenti sul territorio italiano, per una corretta diagnosi e una progettazione di un adeguato percorso terapeutico.

Come mi devo muovere se i campanelli di allarme mi fanno pensare che un mio caro possa avere un Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione?

Anche per un familiare, come per la persona malata, può essere difficile parlare del problema. È  invece  importante esprimere il vostro dispiacere e la vostra preoccupazione senza far sentire il/la figlio/a in colpa, ricordandosi che non è mai un discorso di volontà ma ci si trova di fronte ad una patologia complessa. Non aspettatevi che il problema “passi in fretta” da un giorno all’altro: è necessario un percorso articolato multidisciplinare dove la variabile tempo ed il rispetto di esso devono essere tenuti presenti. Fondamentale è anche un confronto con il medico di base o pediatra di riferimento, che dovrebbero indicare alla famiglia come accedere a centri specializzati in queste patologie presenti sul territorio italiano, per una corretta diagnosi e una progettazione di un adeguato percorso terapeutico.

Posso aspettare un po’ e vedere se il problema si risolve da solo?

Cogliere i primi sintomi ed intervenire precocemente è molto importante per una risoluzione completa del problema. Si è visto che minore è il tempo di attesa tra l’esordio della malattia e il suo trattamento e maggiori sono i casi di guarigione completa. È frequente che le persone si rivolgano ad uno specialista dopo anni di malattia, svariati tentativi di risolvere da soli il problema e numerosi momenti di alti e bassi. Questo contribuisce a chiarire perché poi la terapia è spesso complessa, lunga e coinvolge più specialisti.

E’ normale sentirsi arrabbiati con il proprio figlio, quando si sospetta la presenza di un disturbo alimentare?

È normale scivolare nella rabbia e nella disperazione se la persona che si ama sta attentando alla propria vita negandosi ciò che è uno dei fondamenti della vita stessa. Allo stesso modo in cui la persona a voi cara ha bisogno d’aiuto e di uno specifico sostegno, così i suoi genitori (o il partner) hanno bisogno di trovare il sostegno ,non solo di parenti e amici , ma spesso anche di persone qualificate come lo psicologo o gli operatori di un Centro specializzato. Il Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione sono una cosa seria: si può guarire,  ma possono durare tutta la vita e portare anche alla morte. Come per molte patologie, così per i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione vale il principio che a un riconoscimento precoce del disturbo corrisponde una più alta probabilità di guarigione.

Cosa dire o fare quando nostro figlio /a è in difficoltà a tavola?

Evitate che la conversazione a tavola si riduca a parlare di cibo. Per lei/lui, è come essere considerata/o un corpo che deve essere riempito; è come dire che tutto ciò che volete da lei/lui è che mangi (ma se mangia, penserà che nessuno si interesserà più a lei/lui). Parlare solo di cibo significa dare al cibo la stessa importanza che lei/lui gli dà. Piuttosto, cercate di trovare argomenti diversi per instaurate un dialogo e distoglierla/o (e distogliervi) dal problema alimentare. Che mangi o meno, fate in modo che resti a tavola fino a quando tutti hanno finito di pranzare. Mettetela sul piano della compagnia e accettate la sua scelta di non toccare cibo. Il pranzo e la cena sono i momenti più drammatici in cui l’ansia sale a livelli insostenibili: discutere animatamente o amorevolmente con lei/lui o con gli altri sul suo problema con il cibo a tavola, nel luogo e nel tempo più ansiogeni in assoluto, può contribuire farla/o a rifugiare sempre più nella sua malattia.

Se ad ammalarsi è il partner?

Discutere dei problemi del partner può passare attraverso canali  variegati e non impositivi. Manifestare la propria sincera preoccupazione per la sua sofferenza e il desiderio di aiutarla/o risulta spesso un segnale di amore, di un’attenzione che a volte era, a torto o a ragione, considerata non sufficiente. Anche qui è importante non cadere nella tentazione di fare i terapeuti, e ancor più di assumere un atteggiamento da genitore.

Il ruolo della famiglia è prezioso, come alleata nel processo di cura.

Dove cercare aiuto?

È necessario cercare aiuto in centri specializzati per il trattamento e la cura dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. I servizi specialistici sono fondati sul principio di multidisciplinarità dove si può attuare un progetto terapeutico sui vari versanti: psicologico, psichiatrico, nutrizionale e riabilitativo, versanti che necessariamente debbono integrarsi per percorrere il cammino verso la guarigione.

Per individuare i servizi del territorio si può consultare la mappa nazionale presente sul sito www.disturbialimentarionline.it o chiamare il Numero Verde SOS DA 800180969.

Perché chi ha un Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione lo nega o non lo vede come un problema?

Il Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione, quando accade, si inserisce nella vita del paziente e della sua famiglia, modifica equilibri e ne crea di nuovi, entra a far parte della storia della persona. Molti, pur condividendo la stessa malattia, la esprimono nella propria esistenza, in un modo unico ed irripetibile. I sintomi sono certamente espressione della patologia, ma possono anche rappresentare, nello stesso tempo il tentativo di guarigione che l’organismo sta mettendo in atto attivando tutte le proprie difese. Questa chiave di lettura capovolge il significato del sintomo, non più da sopprimere, bensì da valorizzare come elemento di comunicazione del corpo, che va interpretato e recuperato nella sua forza espressiva, ai fini della guarigione.

Dobbiamo tenere conto quindi che la malattia è un evento fondamentalmente riparativo e che, attraverso l’espressione del sintomo, si possa leggere contemporaneamente la strada che l’organismo sta seguendo per reagire ad eventi variabili e, in questo modo, ristabilire l’equilibrio.

Si guarisce dai Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione?

Dipende, generalmente tra i fattori che depongono per una buona risposta alla terapia vi sono infatti una breve durata di malattia prima del trattamento, l’inizio del disturbo in età adolescenziale, l’assenza di condotte di eliminazione, l’assenza di disturbi psichiatrici in comorbilità, in particolare disturbi di personalità e dipendenza da sostanze.L’eccessiva valutazione del peso, della forma del corpo e del controllo dell’alimentazione è la caratteristica specifica e centrale comune a tutti i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. Il vero nucleo psicopatologico del disturbo. Alla domanda “Quanto pensi al cibo, al peso e alla forma del tuo corpo?” La risposta, quando il disturbo è conclamato è: “sempre, dalla mattina alla sera ininterrottamente”. I sintomi sono la punta dell’iceberg e non è quando questi scompaiono che la malattia è sconfitta.

La malattia va davvero in remissione quando spariscono queste terribili preoccupazioni. I genitori devono sapere che un trattamento può durare a lungo, ma la vita della persona potrà  riprendere  il  suo  corso normale: potranno fare figli, riprendere a studiare, a lavorare ad avere una vita di relazione. Lavoriamo dunque sulla speranza.

Quali esami bisogna controllare per diagnosticare un Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione?

La diagnosi di un Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione è complessa e non esiste alcuno strumento che, da solo, ci permetta una diagnosi certa. Solo un insieme di dati clinici e di laboratorio, di valutazioni psicologiche e comportamentali, di dati derivanti dall’anamnesi ci permette di arrivare a una diagnosi sicura. I curanti di riferimento vi sapranno guidare nella scelta degli esami più utili in quella specifica fase della malattia e nel monitoraggio della riabilitazione in atto.

Qual’ è il decorso dei disturbi alimentari?

I disturbi dell’alimentazione hanno generalmente una storia naturale caratterizzata da fasi di miglioramento e di ricadute. Al fine di modificarne positivamente il decorso è essenziale una diagnosi e un intervento terapeutico precoce.

Che cos’è l’anoressia?

L’anoressia è caratterizzata dalla restrizione dell’assunzione di calorie in relazione alle necessità, che porta a un peso corporeo significativamente basso; intensa paura di aumentare di peso o di diventare grassi; eccessiva influenza del peso o della forma del corpo sui livelli di autostima. Esistono due sottotipi: con restrizioni alimentari, con abbuffate e condotte di eliminazione.

Che cos’è la bulimia?

La bulimia è caratterizzata da ricorrenti episodi di abbuffata accompagnati dalla sensazione di perdere il controllo durante l’atto di mangiare; ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici o altri farmaci, digiuno o attività fisica eccessiva; i livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso del corpo.

Che cosa si intende per abbuffata?

Gli episodi di abbuffata sono in caratterizzati dall’ingerire una grande quantità di cibo, in un tempo di circa 2 ore ma a volte questo può prolungarsi e sono accompagnati da vissuti di vergogna e di colpa. Possono essere seguiti, in un quadro di bulimia, da condotte compensatorie. La quantità di cibo introdotto con un’abbuffata è variabile, in ogni caso risulta invariabilmente presente la sensazione di perdita di controllo che accompagna l’atto di mangiare.

Che cos’è il disturbo da alimentazione incontrollata/binge eating disorder (BED)?

È un disturbo caratterizzato da ricorrenti episodi di abbuffate. L’abbuffata non è associata alla messa in atto sistematica di condotte compensatorie inappropriate come nella bulimia nervosa.

Quali sono i segni e sintomi del BED?

Il disturbo da alimentazione incontrollata (BED) è un disturbo alimentare spesso correlato a sovrappeso e obesità ed è il secondo disturbo psichiatrico dopo la depressione maggiore in pazienti candidati alla chirurgia bariatrica. Il disturbo è caratterizzato dalla presenza di abbuffate oggettive durante le quali vengono consumate grandi quantità di cibo e dalla sensazione di perdita di controllo sull’atto di mangiare. A differenza della bulimia nel disturbo da alimentazione incontrollata le abbuffate non sono seguite da comportamenti di compenso. Chi soffre di disturbo d’alimentazione incontrollata percepisce un grande disagio durante le abbuffate e spesso all’abbuffata segue una forte flessione dell’umore, disgusto verso di sé, vergogna, mancanza di autostima e di autoefficacia. Queste persone hanno frequentemente una lunga storia di diete e oscillazione del peso ( effetto yo-yo).

Esistono altre forme di disturbi alimentari?

Sì, si iniziano a presentare nuove forme di disturbi alimentari, anche se alcune non ancora riconosciute nel DSM in modo ufficiale. Esempi di queste sono: ortoressia, drunkoressia, bigoressia, pregoressia.

Cos’è l’ortoressia?

L’ortoressia è definita come una estrema o eccessiva preoccupazione riguardo il mangiare cibi ritenuti salutari, gli individui interessati restringeranno la loro dieta solo ad alimenti considerati sani e puri.

È una modalità di comportamento molto perfezionistica; la persona sta molto attenta a quello che mangia, alla qualità e alla quantità di cibo, e passa gran parte del suo tempo pensando al cibo, progettando cosa mangiare e preparando cibi molto sani.

Che cos’è la drunkoressia?

Drunkoressia deriva dall’inglese “drunk” ovvero ubriaco, è un termine colloquiale che denota generalmente il ricorso a metodi estremi di controllo del peso (digiuno, esercizio fisico, vomito) come uno strumento compensatorio in vista di un abuso di alcol programmato. Il ricorso a diete estreme, fino al digiuno, può essere riconducibile a varie motivazioni: prevenire l’aumento di peso, intossicarsi con l’alcol più velocemente, o anche risparmiare soldi da spendere poi per l’alcol.

Riguardo l’esercizio fisico strenuo ci sono delle differenze in base al genere, che vedono le donne per lo più dedite a regolare esercizio fisico prima del consumo di alcol per prevenire l’aumento di peso o dopo per bruciare via le calorie velocemente.

Che cos’è la bigoressia?

La bigoressia, è un sottotipo di disturbo da dismorfismo corporeo, ma è spesso raggruppato con i disturbi alimentari. Si caratterizza come un’ossessiva preoccupazione, veicolata da credenze esagerate o deliranti, che il proprio corpo sia troppo piccolo, troppo magro, poco muscoloso o insufficientemente snello, anche se in molti casi il corpo dell’individuo interessato è normale o addirittura già molto muscoloso. Questa malattia colpisce maggiormente gli uomini, in particolare gli atleti. Da alcune stime, il 10% degli uomini che vanno regolarmente in palestra sperimenta il dismorfismo muscolare.

Che cos’è la pregoressia?

Dall’inglese pregnancy cioè gravidanza, fa riferimento alle donne incinte che riducono l’apporto calorico o fanno esercizio fisico per controllare l’aumento di peso, fisiologico, della gravidanza. Il rischio più grande è ovviamente per il feto, che a causa della scarsa nutrizione va incontro a esiti negativi. Ci sono specifiche caratteristiche individuali che aumentano il rischio di questo disordine: una storia personale di disordini alimentari, attenzione eccessiva al conteggio delle calorie, eccessiva preoccupazione più per la forma corporea che per la salute, debole sistema di supporto, parlare della gravidanza come se non fosse reale.

NOTA IMPORTANTE:

Le risposte alle domande proposte in questa pagina non sostituiscono, in nessun caso, un consulto, una visita o una diagnosi formulata da un medico.

Le informazioni rese disponibili non devono essere considerate come suggerimento per la formulazione di autodiagnosi, la determinazione di un trattamento, assunzione o sospensione di un medicinale, senza che prima venga consultato uno specialista.

Pertanto l’utilizzo di tali informazioni è sotto la responsabilità, il controllo e la discrezione unica dell’utente.

Per ulteriori domande e informazioni non esitare a chiamarci o scriverci.(*)

Riferimenti bibliografici:

Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: raccomandazioni per familiari. Ministero della  Salute 26 marzo 2018 

DSM-5 Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder” – American Psychiatrc Association, 2013

Anoressia & Bulimia, Guida pratica per genitori, insegnanti e amici – A Favaro, P Santonastaso, Positive Press, 2004

Alle mie pazienti dico… Informazione e auto aiuto per superare i disturbi dell’alimentazione” – R Dalle Grave, Positive Press 2009

 

Eating disorders and problematic eating behaviours before and after bariatric surgery, characterization assessment and association with treatment outcomes” – Eva M. Conceição, Linsey M. Utzinger, Emily M. Pisetsky, Eur. Eat. Disorders Rev. 23 (2015) 417–425

Behaviors 22 (2016) 40–45.

 

https://en.wikipedia.org/wiki/Drunkorexia

What is pregorexia? J. Mathieu, Journal of the American Dietetic Association (2009) 976-979.

Orthorexia Nervosa: an integrative literature review of a lifestyle syndrome. Haman, L., Barker-Ruchti, N., Patriksson, G., Lindgren, International Journal of qualitive studies on Health and Well-being 10 (2015) 1-15.

https://en.wikipedia.org/wiki/Orthorexia_nervosa

https://en.wikipedia.org/wiki/Muscle_dysmorphia

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