Lettera di una mamma

Com’è vivere con un disturbo alimentare

Io credo, penso, che vivere con un disturbo alimentare sia un “qualcosa” che ha un forte potere sulla persona. Io, come spesso mi dici, non capisco, “non sei nella mia testa”, non riesco a immedesimarmi nello stato emotivo e mentale che tu vivi 24 ore su 24.

Io a volte, banalizzando, penso che sia solo un peso, una sofferenza, e che non dovresti far altro che buttarlo via. Purtroppo, ho cominciato a capire che per te è anche un rifugio, terribile e subdolo che ti succhia la vita, ma pur sempre una certezza di cui hai disperatamente bisogno. È verissimo che non posso capire, ma ho un po’ imparato a interpretare le tue reazioni al dualismo: quando mi rispondi te e quando l’altra te.

Noi tutti in famiglia stiamo soffrendo, in modo diverso, ma ci siamo tutti dentro, e un’altra cosa che sto imparando è quella di esprimere in modo esplicito gli stati d’animo, le frustrazioni, le insicurezze o le paure, perché solo dicendo che le cose ci sono si riesce a superarle, e solo non mascherando con altri falsi bisogni si risolvono le situazioni.

Io per prima non sono brava a mettere a nudo i miei sentimenti, ma cercherò di impegnarmi di più: prima per me, per essere una persona migliore, poi per aiutarti per quanto mi è possibile, se non materialmente almeno con l’esempio.

Potrei dire molte altre cose su come è difficile vivere con un disturbo alimentare, ma preferisco rimanere in fase positiva e costruttiva, cercando di capire sempre di più da te come te la passi e come le persone che ti amano possono sostenerti nel tuo sbocciare alla vita.

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