Il disturbo alimentare è solo un Sintomo
è solo allora, quando ho veramente capito da dove provenisse la mia sofferenza, che sono veramente guarita
Me lo ricordo bene quando accettai di chiedere aiuto.
Fine del liceo, fine della storia con il primo amore. Inizio di qualcosa di completamente nuovo, inizio della profonda conoscenza di me stessa. Perché conoscersi significa avere consapevolezza dei propri limiti, significa migliorarsi, significa accettarsi. Conoscermi intimamente era la mia più grande paura. I ricorrenti attacchi di panico in quel periodo me li ricordo bene e ricordo altrettanto lucidamente il terrore nel comprendere cosa li scatenasse.
Ma la cosa che ricordo meglio era la paura di non sentirmi più invincibile se avessi chiesto aiuto, io potevo farcela da sola. Dopo poco tempo iniziarono i primi segni di controllo forzato sul cibo: calcoli meticolosi sulla quantità e qualità degli alimenti da ingerire, ossessiva misurazione del peso, percezione distorta allo specchio, amenorrea. Continuavo a ripetermi che era tutto sotto controllo, ero forte, stavo solo perdendo un po’ di peso per vedermi meglio.
Sapevo bene che era solamente la punta dell’iceberg. Nel profondo, negli abissi, c’era un mare in tempesta, un’anima che chiedeva aiuto e il disturbo alimentare era solamente un sintomo. Perché una persona come me aveva necessità dello sviluppo di una forte evidenza esterna per decidere di riordinare tutti i pezzi del puzzle: avevo bisogno di arrivare al limite, di scegliere se vivere o morire.
È proprio la voglia di vivere che mi ha spinta a chiedere aiuto, la voglia di stare bene e non soffrire. È stato un percorso lungo e sofferto quello della guarigione, ma necessario. Il disturbo alimentare non ha niente a che fare con il cibo: è la più semplice forma di controllo che una persona può avere quando capisce di essere impotente nei confronti di altre situazioni incontrollabili.
La terapia ha rivoluzionato la visione del mondo, la visione delle relazioni e la visione di me: la terapia mi ha aiutata ad acquistare consapevolezze, conoscenze dei miei limiti, i motivi dei miei comportamenti. Ed è solo allora, quando ho veramente capito da dove provenisse la mia sofferenza, che sono veramente guarita. Sono guarita nel corpo e nell’animo per una salute fisica e mentale.
La terapia è stata necessaria per avere basi solide per filtrare i miei pensieri, per capire le mie emozioni, per affrontare la vita futura e soprattutto per essere felice.
Dal tunnel buio della malattia se ne può uscire solo che vincitori, riconoscendo a noi stessi che il mostro è stato sconfitto grazie alla forza d’animo costruita superando gli ostacoli, una forza che ci accompagnerà per tutta la vita.