Come fossi una mattina da vestire e da coprire

Ho 27 anni.

Ho 27 anni e non riesco a ricordare quando sia iniziata la battaglia con il mio corpo.

Ricordo la mia pancia tonda e le mie guance paffutelle quando avevo 5 anni.

Ricordo quando a 10 anni ho avuto il mio primo ciclo perché da quel momento il mio corpo è iniziato a cambiare; ricordo che mi sentivo diversa perché le altre bambine avevano un corpo diverso.

Ricordo l’età delle scuole medie, quando non potevo comprare i jeans nei negozi dove andavano le mie amiche perché i miei fianchi erano più pronunciati.

Ma non mi ricordo quando ho iniziato ad odiare il mio corpo. Non ricordo quando la malattia ha avuto la meglio ed ha iniziato a mangiare la mia serenità. Questa malattia che si cela da anni dietro ad il mio viso che sorridendo fa finta che vada tutto bene. Questa malattia che mi stronca la voce quando cerco di spiegarla. Questa malattia che, dentro di me, ha sempre risuonato con il testo di una canzone di cui oggi rubo alcuni passaggi per cercare di liberare la mia testa da un pochino di quel peso che sente il mio corpo.

“Conti ferito Le cose che non sono andate come volevi

Temendo sempre e solo di apparire peggiore Di ciò che sai realmente di essere

Conti precisi Per ricordare quanti sguardi hai evitato

E quante le parole che non hai pronunciato Per non rischiare di deludere

La casa, l’intera giornata Il viaggio che hai fatto per sentirti più sicuro Più vicino a te stesso

Ma non basta, non basta mai

Scivoli di nuovo e ancora come Tu fossi una mattina da vestire e da coprire

Per non vergognarti scivoli di nuovo e ancora

Come se non aspettassi Altro che sorprendere le facce

Distratte, troppo assenti per capire i tuoi silenzi

C’è un mondo d’intenti dietro gli occhi trasparenti Che chiudi un po’ ”

 

“Scivoli di Nuovo”, Tiziano Ferro

Ho 27 anni e non riesco a ricordare quando sia iniziata la battaglia con il mio corpo.

Ma ho 27 anni e sto affrontando la mia malattia, con l’aiuto di eccezionali professionisti e di qualche metodo “alternativo”.

Grazie Dario (“Lustro”) per avermi ascoltata e per aver trasformato la me più oscura e complessa in arte, bellezza ed armonia.

S.

Autore del quadro Dario Barsotti, in arte “Lustro”.